Dott.a Roberta Travagliati Zanella, psicologa
Quando la persona contatta l’Associazione, è essenziale offrire uno spazio di ascolto privato e intimo. In questo spazio è possibile elaborare la notizia della diagnosi, decodificare le aspettative inerenti alla terapia oncologica, lavorare sulla consapevolezza della nuova condizione clinica, condividere i propri vissuti a livello emotivo e fisico nei confronti della malattia e della convivenza con essa e le reazioni dei familiari. Alcune delle tematiche affrontate nel tempo riguarderanno il cambiamento del rapporto con gli altri, la necessità di ristabilire le priorità dei valori che alla luce della sofferenza sono mutati, le emozioni della rabbia e della tristezza, l’importanza di valorizzare l’oggi e la possibilità di dare un contributo personale al proprio processo di cura e di guarigione.
Incontri individuali: si tratta di uno spazio dove la persona può entrare in contatto con i suoi bisogni e soprattutto con le parti di sé che molto spesso diventano invisibili, quando la diagnosi oncologica irrompe nella propria vita. È uno spazio di condivisione personale, essenziale per lavorare anche sulle risorse e sul futuro, per migliorare il più possibile la qualità della vita della persona.
Incontri di gruppo: il gruppo rappresenta uno strumento prezioso, un contenitore dove le angosce e i pensieri più dolorosi possono essere espressi e affrontati senza la paura di esserne sopraffatti. È un luogo dove potersi confrontare condividendo lo stesso linguaggio e dove poter apprendere nuove modalità di pensiero e reazione alla malattia. Lo scopo è quello di fornire uno spazio dove poter esprimere il più liberamente possibile emozioni e vissuti legati all’esperienza della malattia, dove poter affrontare le proprie paure con la consapevolezza di non essere soli e dove imparare a dare un significato più accettabile a quanto è successo e a considerare la malattia non più come il punto finale della propria vita, ma come l’inizio di un nuovo percorso, che rimette al centro la persona e i propri bisogni.
Sia i gruppi di sostegno psicologico di gruppo che gli incontri individuali sono offerti anche ai caregivers e ai familiari, nella consapevolezza che il cancro non colpisce solo la persona che si ammala, ma tutta la famiglia e le persone più vicine. Anche i familiari, spesso, hanno bisogno di aiuto per non lasciarsi sopraffare dal dolore e dal senso di impotenza che sopraggiunge alla scoperta della malattia di un congiunto. Aiutare sé stessi a reagire e a capire è fondamentale per stare accanto al meglio alla persona ammalata nel suo percorso di cura.
Alcuni esempi di attività proposte: ascolto attivo e profondo, esperienze di attivazione psico-corporea, psicodramma, fototerapia, arteterapia, caviardage, rilassamento e immaginazione guidata.